Siamo ormai nel pieno del Triduo pasquale. In questo periodo così difficile, sono molte le cose per cui bisognerebbe pregare. Il fatto è che sono talmente tante che si rischia di metterne alcune nel dimenticatoio!
Prima di tutto la pace. Non è da tantissimo tempo che l’Europa assapora un tempo di pace. La cosa che mi sembra chiara è che purtroppo le basi di tale pace non mi paiono tanto solide. Mi dà l’impressione piuttosto che l’Europa stia vivendo un periodo che si può definire di “non guerra”. Perché?
Ragioniamo partendo dal nostro vissuto. Se siamo in pace con noi stessi solo quando tutto va bene, quando siamo nel benessere, non si può definire pace. Non possiamo riporre la speranza della pace solamente quando abbiamo i soldi, quando tutto va secondo i piani che speravamo nel nostro inconscio o quando riusciamo a pianificare persino ciò che devono pensare o addirittura fare gli altri. La pace e le sue basi devono essere solide e poggiare su qualcosa che resista ai terremoti, che sappia sopravvivere ai dubbi più atroci e quando le cose sfuggono al nostro controllo. È proprio come il discorso di Gesù sulla casa costruita sulla roccia. Strariparono i fiumi, soffiarono forti venti, ma quella casa non cadde.
Ciò che resistette a tutti i terremoti, fu la Croce.
L’Europa poggia le basi della pace sulla memoria storica di una guerra che l’ha dilaniata, non su basi cristiane, su fondamenta eterne. Mi dispiace dirlo, molti non condivideranno, ma siccome cerca la sua libertà lontano dalla religione, molto probabilmente la sua pace non sarà così duratura. Spero di no, ovviamente.
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