Tempi bui, venti di
guerra. Oggi è la giornata dedicata al digiuno per impetrare da Dio
il dono della pace. È la Madonna che deve presentargli le nostre
richieste. Chi, più di una madre, può comprendere le esigenze dei
propri figli? Nessuno. Perché siamo giunti a questo punto? Quali
sono le ragioni della guerra? E che cos'è la pace, quella vera?
Perché fare digiuno? Che valore ha il digiuno nella vita del
cristiano?
Non sono di certo
risposte così immediate come può parere. Affrontiamo l'argomento
con ordine, cercando di soddisfare ogni domanda con una risposta
ragionevole.
PERCHÉ
L'UOMO SENTE L'ESIGENZA DI FARE GUERRA? CHI È
L'UOMO?
Due
domande strettamente correlate ed estremamente complesse.
L'uomo
è un essere vivente fatto di materia ma anche di spirito. La materia
gli impone certe esigenze fisiche che comportano un innesco di
meccanismo di difesa che si espande anche alla sfera mentale e quindi
alle sue impellenti esigenze. La centralina dell'uomo è il cervello.
È lui che comanda ogni istinto e suggerisce la soddisfazione degli
stimoli vitali. L'uomo vive di cose concrete e astratte. Le cose
concrete comprendono gli stimoli che aiutano il corpo a vivere, quali
fame, sete, sopravvivenza. Le cose astratte invece sono valori di cui
l'uomo si ciba sebbene non implementano direttamente la crescita del
corpo: il bisogno di affetto, le emozioni, il dolore, la gioia, la
paura... etc. Stilando in fretta un elenco ci accorgiamo
immediatamente che i valori astratti incrementano maggiormente la
vita dell'uomo e che fra esigenze fisiche e astratte, vi è un legame
imprescindibile e che s'influenzano a vicenda.
In
poche parole, quindi, l'uomo è un impasto di fisico e mente.
L'uomo
impara via via, lungo il corso della vita, quali sono gli
atteggiamenti adatti da tenere. Quando è bambino, l'ambiente lo
influenza a tal punto da fornire al cervello degli impulsi sia
negativi che positivi, ai quali risponde difendendosi. Se una
situazione si presenta in continuazione, il bambino risponderà ad
essa con un certo comportamento che, nel tempo, diventerà abituale e
che secondo lui è la risposta migliore, quella che lo fa soffrire
meno. Facciamo un esempio banale che si può trasferire poi, in
situazioni molto più complesse. Il bambino di fronte a un diniego da
parte del genitore, piange. Vede che il genitore cede sempre di
fronte alle sue lacrime. Il bambino apprende che se piange otterrà
ciò che vuole. È uno schema che diventa abituale in lui, uno schema
che gli ha permesso una soddisfazione a una sua esigenza. Il bambino
non sa ancora bene ciò che può nuocergli. Per questo motivo
applicherà questo schema come standard che gli fa ottenere qualcosa
a cui anela. Quando diventerà grande il meccanismo si è sedimentato
nel suo inconscio e sebbene sappia che non si deve ottenere tutto ciò
che si vuole e che quel modo è sbagliato, lo applicherà ugualmente
perché quell'atteggiamento è diventato un'abitudine, una cosa che
si fa senza pensarci e quindi difficilmente sradicabile e fonte di
sofferenza.
L'uomo
perciò vive dei ricordi e atteggiamenti del suo passato, ricordi e
atteggiamenti che diventano comportamenti abituali. Chi ha appreso
che con la rabbia otterrà ciò che vuole, avrà un carattere portato
all'irascibilità. Certamente non si può sintetizzare tutte le
dinamiche comportamentali dell'uomo in poche linee perché
intervengono nella formazione vari fattori che a loro volta diventano
fondamentali.
L'uomo
è, quindi, il risultato di tutte queste dinamiche. È pur vero che
ha esigenze che trascendono i bisogni astratti che possiede. La pace,
il desiderio della pace, può appartenere e appagare pure una persona
non religiosa. Ma ci sono certi desideri che trascendono la natura
umana: il desiderio d'eternità. Se non esistesse l'eternità, come
potrebbe l'uomo averne un concetto?
L'uomo
è perciò una triade inscindibile: corpo, mente, spirito. Il corpo è
tutto ciò che è materia nell'uomo; la mente riguardano tutte le
emozioni, atteggiamenti, apprendimenti; lo spirito comprende e
risponde a tutte le esigenze soprannaturali dell'uomo.
PERCHÉ
L'UOMO VUOLE LA GUERRA?
L'uomo
desidera intensamente la pace, perché anela all'armonia, eppure in
certi uomini prevalgono altri valori, sempre astratti, ma che vertono
su emozioni negative: affermazione di sé, desiderio di potere...
L'uomo
dà priorità a queste emozioni e alla soddisfazione di esse per
averne un effetto piacevole su di sé e conseguentemente alla
diminuzione della sofferenza. Quella parte di sé ha bisogno di
essere alimentata, altrimenti sentirà il dolore della fame....
PERCHÈ
IL DIGIUNO?
Il
digiuno serve a comandare al corpo di non soddisfare un'esigenza del
corpo. Siccome l'uomo, come abbiamo detto è una triade inscindibile,
trattenere e comandare lo stimolo fisico, comporta una capacità
assoluta di comandare a un'esigenza della mente: sete del potere,
ira... così via.
QUAL
È LA VERA PACE?
La
vera pace non è solamente l'assenza della guerra, ma è lasciare
entrare pienamente Cristo nella propria vita, accettando il suo
“Shalom”. È affrontare la diversità di opinioni con coraggio,
cercando di capire la posizione e le aspettative dell'altro e di
andare loro incontro. Non è quindi il non cercare il conflitto, ma è
risolverlo nel dialogo, nella sperimentazione, nell'incontro.
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