Molto belle le letture di
questi giorni. Il tempo quaresimale vuole indurci a riflettere sul
vero volto di Dio, è questo l'autentico cammino di conversione che
l'uomo deve effettuare. Solamente stando con Dio, attraverso la
preghiera, lo conoscerà e l'amore assorbirà ogni ambito della sua
vita, ecco perché Gesù aveva affermato che il primo comandamento,
“Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutte le tue
forze”, è simile al secondo: “Ama il prossimo tuo come te
stesso”. Al contrario, il migliorarsi, avrà la connotazione vaga
di filantropia. La preghiera deve essere viva e vivificante, non
sterile e piena di doveri, al modo dei farisei. Uno è convinto di
essere ascoltato a furia di parole, ma talvolta è semplicemente il
silenzio, lo stare ai piedi di Gesù, come Maria, che cambia il
nostro vissuto, perché è vera preghiera. Ai nostri tempi, è
inconcepibile stare senza far nulla. Detta così sembra evangelico
perché l'ozio è il padre dei vizi, ma l'esagerazione stroppia
sempre. È diventato un fare frenetico che ingoia ogni pensiero, ogni
riflessione in un vortice che ti fa precipitare ancor di più in un
abisso senza fondo, buio... e rende lo spirito ancor più vuoto.
Certo, bisogna andar contro corrente: la dignità di una persona non
si misura da quello che fa, ma da quello che è. Purtroppo la
mentalità attivista è stata assorbita pure dal mondo religioso.
Conta solo il fare, ma stringi stringi, se si riflette meglio, puoi
aver salvato materialmente dalla morte qualcuno, puoi aver compiuto
la più bella azione di questo mondo, ma se non lo hai fatto per
amore, è servito solamente a gonfiare di orgoglio il tuo IO.
Tornando alle letture,
bello l'esempio di Susanna. La vicenda di Susanna, tratta dal libro
del profeta Daniele, ci deve spronare ad esser paladini della Verità.
Si raccontano menzogne con troppa leggerezza. Che siano piccole o
grandi, le menzogne hanno come padre il diavolo. Susanna non si è
difesa davanti all'ingiustizia, seppur questa l'avrebbe condotta alla
morte del suo corpo. Ella comprese che la morte vera era quella della
sua anima e esclusivamente Dio aveva tale potere. Gli uomini avevano
il potere di uccidere il corpo ma non l'anima. Squisitamente
evangelico, questo racconto riprende l'esortazione di Gesù a temere
Dio piuttosto che gli uomini: la vita vera è quella spirituale.
Susanna lo aveva compreso veramente, si affidò alla misericordia di
Dio, e non difendendosi, venne scagionata ugualmente. La giustizia di
Dio non tardò, infatti. Lo Spirito di Dio parlò per bocca di
Daniele, un giovane, che comprese che gli anziani che accusavano
Susanna di adulterio, erano perversi e stavano mentendo. Con un
trabocchetto, riuscì a far uscire dalla loro bocca, ciò che si
ritorse contro di loro, la loro stessa bugia. Bellissimo. Questo
schema si riproduce poi nella vita di Gesù, anche se Lui, al
contrario di Susanna, si sottopone al giudizio erroneo degli uomini
che lo condurrà alla morte del corpo. Dio lo liberò dalla morte, al
momento opportuno, lo risuscitò. Quanta gente, in nome del nostro io
mandiamo al patibolo, sebbene usiamo bugie blande?
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