domenica 20 maggio 2012

Fatti che fanno riflettere


Mese di maggio, un mese veramente insanguinato, percorso da brividi per un passato che si rinnova nel presente. La preghiera è uno strumento potente, ma non basta: l'Italia e il mondo intero sono caduti nello sconcerto, uno sconcerto più che giustificato che lascia con il fiato sospeso, con una domanda che aleggia nella nostra mente simile ad una minaccia o paura latente: “Cosa accadrà ancora? Dove stiamo andando?”
Una domanda che genera timore: una minaccia celata, quiescente. Speriamo sempre nel meglio ma la crisi economica, ormai degenerata in recessione, ha riaperto una ferita forse mai rimarginata: il rinascere dell'azione delle tanto temute Brigate Rosse che seminavano terrore ed inquietudine perché tra i loro obiettivi, vi sono tante persone innocenti che non hanno a che fare con la politica, ma hanno semplicemente la colpa di trovarsi nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Di fronte a tale recrudescenza del male riecheggia una domanda che fu posta da Dio tanto tempo fa a Caino: “Dov'è tuo fratello?”. Che cosa ne hai fatto? Come ti sei permesso di recidere una vita che stava sbocciando e si apriva con la forza della speranza all'ardore dei raggi del sole della primavera dell'esistenza? Da quella domanda ne scaturisce un'altra, come una sorgente inesauribile: il male, il dolore, generano domande che forse non otterranno mai risposte plausibili, c'è sempre quel margine di sconcerto e di stupore indignato: “Perché?”
Un interrogativo drammatico, perché se alla prima domanda sappiamo che l'omicidio è stato compiuto, la seconda scava nella coscienza dell'uomo rimestando le motivazioni per cui si è commesso un gesto così crudele... e ci possono essere tante motivazioni che mescolano il sangue nelle vene di chi ha subito l'ingiustizia o di coloro che per la giustizia si battono. Mi riferisco all'omicidio di Melissa, la ragazza vittima di un attentato stupido... Volevano uccidere il nome di chi aveva lottato per la giustizia, forse perché si sono resi conto che l'omicidio di Falcone e Borsellino ha ucciso i loro corpi, ma non ha ucciso il loro onore e la loro azione benefica, la loro lotta appassionata contro la malavita e la loro fama. L'amore con cui si è compiuta una cosa non si può cancellare con il clamore delle bombe o con altre uccisioni. Questi assassini non fanno altro che macchiarsi ancor di più di crimini incancellabili di cui dovranno rendere conto a Dio.
Il nostro dovere è quello di pregare per queste anime che fanno del male e questo  risulta difficile anche per chi assiste all'ingiustizia impetrata a danno di anime innocenti e deboli. Bellissimo l'esempio tratto dal racconto intramontabile dei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, vero ritratto di una società che opprime il povero e il debole e chi vive onestamente. Si rinnova ancora questo racconto, nelle stragi immotivate, dalla violenza che si inebria semplicemente di sé. Fra Cristoforo pone davanti ai nostri occhi un atteggiamento esemplare: Renzo e Lucia subiscono la prepotenza di un signorotto locale che impedisce un matrimonio legittimo e Fra Cristoforo affida alla misericordia di Dio l'anima di don Rodrigo. Difficile da imitare: inginocchiarsi per degli assassini, per persone che forse stanno tramando altri attentati... Pregare per loro sembra quasi fomentare l'ingiustizia nel mondo... Ma no, se Dio agisce in quell'anima prepotente, forse toglierà un po' di male dal mondo...

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