Fatta la riflessione precedente che magari ad alcuni potrebbe infastidire, riflettiamo sulla dimensione comunitaria del Natale.
Oltre ai casi precedenti da me esposti, è pur vero che la dimensione del Natale, dimensione di fede, non può essere vissuta singolarmente, ma comunitariamente, forse proprio in virtù dei tanti non credenti che comunque festeggiano il Natale. Cerco di spiegarne il motivo.
È pressoché impossibile non notare che prima delle festività natalizie, tutte le città si vestono a festa, s'illuminano, qua e là spuntano i presepi che rendono attuale l'evento del Natale di Cristo.
C'è gente cristiana che afferma che il Natale è la festa più bella, che per loro è Natale tutti i giorni... Ma ahimé... sebbene sia davvero una festa bellissima che suscita anche tenerezza di fronte ad un bambino appena nato, e... forse più accattivante di Pasqua seppur questa rimanga di fatto la più importante per la vita dell'uomo (pur liturgicamente parlando), è opportuno andare al passo con la Liturgia.
Sarebbe tristissimo dopo che tutte le città hanno tolto le illuminazioni, tenere l'albero di Natale e il presepe in casa, mentre magari nelle parrocchie si allestiscono gli altari della Reposizione!
Il Natale è una festa da vivere comunitariamente, ed è necessario seguire il calendario liturgico.
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