Dio si china sulle nostre miserie... senz'altro... Ma spesso è un ritornello retorico che echeggia nel nostro cuore, a cui crediamo fino ad un certo punto. È così, però, è veramente così.
Quando noi sbagliamo, facciamo molta fatica a perdonarci. Il nostro errore grava sul nostro cuore e talvolta lo schiaccia fino a farlo sanguinare abbondantemente. Per le anime sensibili, quelle che sono impegnate seriamente in un cammino spirituale, tutte le imperfezioni sono oggetto di esame di coscienza e se da una parte è buonissimo, dall'altro ci può spingere a cadere nel baratro degli scrupoli che possono diventare terribili fino a paralizzarci e impedirci di continuare il nostro cammino spirituale. Perché? Questo è semplice da capire. Sotto sotto la motivazione del nostro cammino è umana: desideriamo essere perfetti solo per nostro tornaconto, per avere il plauso umano, per avere la coscienza a posto. Non ci accorgiamo che stiamo incentrando il cammino spirituale su noi stessi e che Dio c'entra poco in questo. Arriviamo al punto di non saperci perdonare... ma non sappiamo perdonare nemmeno gli altri. Il nostro cammino dovrebbe avere come centro Dio e il suo amore. Ciò non vuol dire rimanere e continuare nei propri sbagli, assolutamente, perché certi sbagli, soprattutto quelli che fanno male al prossimo vanno assolutamente evitati. Vuol dire invece, sapersi vedere come Dio ci guarda, saper domandare perdono quando si sbaglia e cercare di amare il prossimo come Dio lo ama.
L'amore di Dio non è retorico, lo racconta il Vangelo a cui dovremmo imparare ad accostarci non con il senso di abitudine, ma di stupore, come quello di cui è colmo il cuore dei bambini. I bambini devono scoprire ancora le cose del mondo e il racconto che ne fanno gli adulti non è che un pallido raggio di ciò che scopriranno loro... Ricordiamoci il tumulto del cuore nell'adolescenza, la sorpresa nello scoprire come può essere piena la vita: esso spingeva a vivere, a tuffarsi in quelle emozioni che, sebbene fossero forti, facevano sentire vivi. Così deve essere il nostro atteggiamento di fronte al Vangelo: sorpreso dell'atteggiamento di Dio.
Gesù si accostava ai malati: gli Ebrei erano convinti che la malattia fosse la conseguenza del peccato, per cui di fronte ad essa non provavano pietà. Gesù curava i malati, curava il peccato, lo faceva sparire, insegnava all'uomo un nuovo atteggiamento che all'epoca pareva incomprensibile...
Allora facciamoci toccare dall'amore di Dio... lasciamoci amare da Lui, veramente.
Ci sono poi peccati che sono più gravi e la guarigione è più difficile perché il rimorso che rimane residuo nel cuore è molto grande. Eppure il buon Dio è capace anche di perdonare questi grandi peccati, ci dà una nuova opportunità come fece con l'adultera: “Va' e d'ora in poi non peccare più”. Già, questa seconda parte dobbiamo tenerla bene a mente: d'ora in poi non peccare più... Nel senso che se chiediamo perdono di quel peccato, dobbiamo mettercela davvero tutta per non commetterlo più.
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