martedì 28 agosto 2012

Timore di Dio

È strano forse parlare di timore di Dio al giorno d'oggi, ma penso sia opportuno riscoprirlo: si conosce il timore di tante cose, quali malattie, sofferenza,etc,... ma non si ha più paura di Dio. Il timore eccessivo blocca e quindi non è mai positivo, ma in giusta misura permette che ci sia rispetto reciproco. Provare un certo timore nei confronti di Dio è positivo, come dice la Bibbia, è il principio della saggezza. L'assenza completa o il soffocamento di questo in un concetto assoluto di Dio/amore cela, talvolta, una certa superficialità o addirittura un velato ateismo:  un modo come un altro per soffocare la voce della propria coscienza di fronte alle innumerevoli mancanze o addirittura peccati. Si dovrebbe conoscere Dio tale e quale ce lo presenta il vangelo, senza tentare di edulcorare i concetti o di proiettare il nostro pensiero o immaginarci un Dio come lo vorremmo noi: cieco di fronte alle nostre mancanze ma severo con gli altri … eh già, perché può capitare anche questo.... con gli altri si pratica una carità rude, talvolta disumana, affermando di fare o volere  il bene di una persona ma con se stessi si è talmente indulgenti che non si vuol sentir parlare  né di purgatorio né di inferno. Con gli altri si pratica e si predica la giustizia di Dio, ma con sé esiste solo la carità, l'amore sconfinato. Nessuno può arrogarsi una prerogativa che è solo di Dio e che in realtà, da come raccontano le varie rivelazioni, nemmeno Lui usa nel momento del giudizio particolare. Tante volte, erroneamente facciamo coincidere i nostri atteggiamenti disumani con la carità. In questi atteggiamenti si nasconde spesso la superbia.  

mercoledì 22 agosto 2012

Vivere per Cristo

Vivere di Cristo è un po' quello che santa Teresa di Lisieux aveva affermato nella sua poesia “Vivere d'amore”. Dire che ogni cosa deve ruotare attorno a Gesù è dir poco: bisogna vivere del suo amore, trovare alimento in esso, fare in modo che esso diventi parte integrante di noi. Proprio questo intendeva dire Gesù quando affermava che chi avrebbe mangiato il suo Corpo e bevuto il suo Sangue, sarebbe vissuto per lui. Senz'altro per quelli del suo tempo il discorso è risultato incomprensibile. Forse avranno pensato ad alcune religioni che permettevano sacrifici umani. Fatto sa che il discorso di Gesù era assai incomprensibile, duro, non è così scontato come lo è adesso per noi che sappiamo dell'Istituzione dell'Eucaristia. Fatto questo discorso ai giorni nostri è senz'altro più comprensibile, anche se non scontato. Il nutrirsi è un bisogno primario dell'uomo...Così deve diventare il ricevere l'Eucaristia per noi. Dall'intensa vita spirituale, nasce l'esigenza di unirsi sempre di più a Cristo, di riceverlo ogni giorno nell'Eucaristia. I nostri desideri più profondi sono l'espressione eloquente del nostro essere, nonostante le nostre imperfezioni. Certamente, qualcuno diceva che ricevere una sola Eucaristia farebbe sì che noi diventassimo santi. Purtroppo non è così: siamo ingolfati in mille situazioni, nella nostra imperfezione che non basta una sola Eucaristia a convertirci. Se fosse così il mondo non andrebbe così come va: il Figlio di Dio è già disceso dal cielo, per redimere l'uomo ma, purtroppo non ha cancellato la cattiveria dal mondo. Dilaga lo scetticismo e la Chiesa, fatta di uomini, non è immune. Santa Faustina riferiva che il dolore più intenso di Cristo, era quello dell'infedeltà delle anime consacrate. Si può immaginare cosa potrebbe pensare adesso in una situazione di delicatezza estrema, in cui il mondo è entrato nei conventi! Non c'è da scandalizzarsi, la situazione è questa. In fondo, ho accennato, tanti anni fa, nel Medio Evo, l'Inquisizione perpetrava i suoi crimini, eppure Gesù lo aveva ardentemente affermato: “Non sono venuto per costituire un regno terreno”. Lo affermava ai Giudei, stanchi di regimi che li annullavano e quindi, da una parte, giustificati. Eppure – che grande dolore – a distanza di anni, pure la Chiesa ha costituito un regno umano... E non solo: tramite questo condannava a morte e torturava! Quanti sbagli. La Chiesa ha poi subito un'evoluzione positiva in fondo, ma certamente ci sono ancora errori commessi da persone singole che fanno male all'intero Corpo della Chiesa. Vivere di Cristo non è semplice di certo: quell'Eucaristia deve trasformare lentamente la vita del fedele: nutrirsi quindi anche dell'amore fraterno, trovare in esso ampio respiro, il completamento del Sacramento dell'Eucaristia, senza dimenticare che l'errore, l'imperfezione, fanno parte del nostro vissuto e che spesso ci troveremo come Pietro a rinnegarlo e poi, a piangere ai suoi piedi, pentiti all'inverosimile. Ma questo il Signore lo prevedeva: dobbiamo essere semplici e fedeli come le colombe, essere come bambini e confidare nella sua misericordia.

martedì 21 agosto 2012

Episodi discutibili

Senza farlo apposta, dopo aver toccato l'argomento “costruzione moschea”, ecco che accade un fatto di cronaca nera che rispolvera l'argomento drasticamente e sanguinosamente. Un papà di religione musulmana, uccide la figlia che vuole condurre una vita normale, da occidentale. Il padre non sta a queste condizioni e l'uccide. Questo fatto ne riporta  alla memoria un altro: una ragazza si converte e vuole cambiare religione e diventare cattolica. Il risultato è il medesimo: è uccisa, eliminata. Nello stesso tempo, leggendo questi episodi, mi sono venuti in mente quelli tristi legati al tempo dell'Inquisizione: le torture, le condanne a morte e la stessa prudenza usata da S. Teresa d'Avila per l'opera santa della riforma del Carmelo. È un tasto dolente questo: anche i cattolici hanno ucciso in nome della religione. La religione diventa pretesto per esercitare il potere nascondendolo dietro la veste di buone cause... ma è solo una veste che ricopre quelli che rimangono un crimine: la violazione dei diritti dell'uomo.

mercoledì 8 agosto 2012

Lo sport insegna


E talvolta uno spunto di meditazione ci viene dallo sport che forgia le anime e le educa all'unione. Le quattro italiane che hanno vinto l'oro nella disciplina del fioretto alle Olimpiadi, sono state un esempio per tutti. I loro screzi e la discrepanza dei caratteri erano noti a tutti, eppure la loro unione le ha fatte vincere una medaglia d'oro. Sono riuscite a giungere alla vittoria, traguardo comune, insieme sapendo dimenticare gelosie e rivalità, senza escludere o penalizzare nessuna dalla corsa al traguardo.
Questo ricorda bene il discorso di san Paolo che aveva paragonato la vita cristiana ad una corsa. Ma non è che nella corsa rischiamo di escludere qualcuno?

martedì 7 agosto 2012

La vera santità


Siamo tutti pellegrini su questa terra ci è concesso un lasso di tempo da vivere, un tempo che può essere più o meno breve. Santità non vuol dire abbracciare la religione cattolica e quindi possedere per questo motivo il passaporto per il Paradiso. Come ci ha indicato la Madonna, non è l'appartenere ad una categoria che salva, ma è il vivere profondamente il messaggio cristiano, con generosità e amore. Talvolta è proprio l'appartenere ad una categoria che segna la condanna della persona, non è detto che sia la sua salvezza. Spesso ho indicato come esempio la parabola raccontata da Gesù del buon samaritano e di questi esempi il Vangelo è zeppo, basti pensare al pubblicano e il fariseo al Tempio. Esempi clamorosi che fanno trionfare il Cristiano nei confronti degli Ebrei che non hanno riconosciuto Gesù come il Messia e seguivano la legge alla lettera ma c'è sempre un “ma”, anche i cristiani hanno ristabilito alcune categorie privilegiate che si sono gonfiate di orgoglio “spiritale” come i vecchi farisei. Non tutti ovviamente, ma può capitare che osannando un certo stile di vita, si dimentichi che questo non implica la santità, ma è solo un mezzo, che tra l'altro può essere un'arma a doppio taglio, per concretizzare la santità. Purtroppo accade un po' come con i farisei, osannando il loro stile di vita, si sono dimenticati della carità... e l'infrangevano in continuazione, senza accorgersene. Così accade ai cristiani: infrangono la carità  senza accorgersene... e vorrei gettare un interrogativo: ma chissà quanti di questi credono nella vita eterna e vivono la loro vita fatta di prescrizioni per guadagnarsi il Paradiso? Alcuni di questi non vogliono sentir parlare di morte per nessuna ragione al mondo....
Un clamoroso esempio raccontato da Maria Simma. Un sacerdote e una donna si trovarono ricoverati nello stesso ospedale. In una delle loro conversazioni la donna aveva affermato di desiderare soffrire di più per espiare i suoi peccati, mentre il sacerdote rispose che gli bastavano le sofferenze che permetteva Dio nella sua vita, il di più lo intimoriva. Ebbene, quando morirono, il Sacerdote andò in purgatorio e la donna quasi subito in paradiso.

lunedì 6 agosto 2012

Una rivista


In attesa del medico. La sala d'attesa è vuota, comunque c'è da aspettare. Su una sedia vi è una rivista di cui non ricordo il nome. La prendo per far passare il tempo. Non sono mai stata amante delle riviste, difficilmente riesco a leggere interamente un articolo. Comincio a sfogliarla e rifletto sulla sua struttura. Mi viene da riflettere perché è curiosa davvero! Alcuni articoli discutono su cose serie, come una manifestazione a Genova contro la malavita, oppure su un caso di cronaca avvenuto tanto tempo fa non ancora risolto... Ma pioi, ad un certo punto, ecco un articolo che comincia a discutere dei fatti dei vip... Mi viene da sorridere... Sarà, ma a me non è mai importato come questa o quell'altra si pettinano o altre cose sulla loro vita privata. Giro ancora più velocemente le pagine e tra queste scopro che ve ne sono alcune che parlano di altro. Sono due pagine nascoste tra i pettegolezzi: è la vicenda di una donna ammalata di tumore, guarita miracolosamente a Lourdes. Un miracolo in mezzo ai pettegolezzi. Qualcuno, in mezzo a questo pantano si fa portavoce di qualcosa di eterno che sembra irreale. A tutti interessano le vicende concrete delle persone e quando si toccano argomenti del genere, sembrano irreali, una favola narrata tanto per stuzzicare la fantasia, ma sempre capitata agli altri, non a me personalmente.
Eppure potrebbe.. forse non guarendoti da una malattia ma può... Meno male che nonostante tutto, un po' d'interesse verso questi avvenimenti straordinari c'è ancora... sperando che non vengano presi per magia... 

domenica 5 agosto 2012

La più santa

A proposito di un commento del post riguardante la costruzione della moschea a Genova, rispondo raccontando un fatto accadutomi e la testimonianza di una veggente della Madonna di Međugorie.
Anche a me è capitato di essere ricoverata in ospedale e di essermi trovata, per ben due volte, vicino ad una mussulmana. Persone squisite dalle quali è stato difficile separarsi. La prima volta ho scoperto per caso che era mussulmana, in seguito ad una mia bruttissima figura...
Sapevo che la mia vicina era nata nella Ex Jugoslavia ed era scappata dal suo paese per la guerra scoppiata negli anni '90. Al mattino ascoltava sempre le preghiere di Radio Maria, compresa la Santa Messa, seguiva le catechesi del Papa e ripeteva sempre: “Deo gratias”. Mi aveva accennato ad un gruppo del Rinnovamento dello Spirito che seguiva, ma di cui non faceva parte ufficialmente... e nemmeno poteva. Pensavo fosse una fervente cattolica. Un giorno la radio raccontò di qualche fatto sanguinoso avvenuto nei Paesi Arabi e a me uscì una battuta infelice:”Dove ci sono i mussulmani,  sono sempre in fermento!”.
Vidi i muscoli del suo viso irrigidirsi e “Qualcuno” illuminò la mia mente (meno male) e  intuii che fosse mussulmana. L'irrigidimento durò molto poco, un attimo, e non smentì ciò che avevo osservato infelicemente. Un giorno ebbi il coraggio di domandarle se era mussulmana. Lei, fortemente stupita e in imbarazzo, osservò che ero la prima persona che glielo chiedeva e mi rispose affermativamente. Mi scusai e la nostra amicizia si cementificò ulteriormente.
Il secondo fatto riguarda una veggente di  Međugorie che domandò alla Madonna chi fosse la persona più santa ed Ella le indicò una donna di religione mussulmana... è proprio vero... Non si può giudicare nessuno!