lunedì 28 febbraio 2011

I venerdì santi della storia

Nel racconto di Gloria Polo, come ho già detto, spesso, vi sono esempi di errori collettivi che hanno avuto conseguenze tragiche sul destino di una persona. Gloria Polo faceva parte di un gruppo di ragazzine strafottenti che prendeva in giro una ragazza obesa della loro classe. Ella raccontò come le loro burla, minarono la psiche della ragazzina che prese ad odiare il gruppo delle sue persecutrici e se stessa. La storia ternimò tristemente: la ragazza obesa bevve una bottiglietta di iodio nell'intenzione di dimagrire e divenne quasi cieca. Il gruppo delle persecutrici non se ne curò più di tanto e non ci pensò più. Gloria Polo commenta che il loro gesto, non solo ebbe come conseguenza una menomazione fisica, ma ancor più grave, fu l'odio che il loro comportamento generò nel cuore di quella ragazza.
Spesso i peccati collettivi vengono minimizzati, al contrario hanno un ruolo ponderante nella storia. Basti pensare al Nazismo, una follia collettiva. Di certo non si può applicare il proverbio famoso: "Mal comune, mezzo gaudio". L'odio si alimenta con l'odio.
Un altro peccato collettivo fu l'uccisione di Gesù stesso. Nel libro di Anna Katharina Emmerick vi è descritto come il demonio incitava i farisei e la folla a richiedere la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù. Gesù fu, in realtà, vittima di un peccato collettivo, non fu un solo fariseo che ne desiderava la morte! Quante volte il mondo si è trovato ad essere teatro dei molteplici venerdì santi della storia, nei quali l'odio represso s'incarna, prende corpo e agisce!
Effettivamente, riflettendo su questo, possiamo notare come l'odio, quando s'incarna, prende posti di potere, prende corpo in partiti che diventano macchine di morte e mirano a togliere la libertà all'uomo.
Tante volte si sentono sospiri di persone nostalgiche che affermano che un tal partito che in realtà ha generato odio e morte, abbia compiuto cose belle e che forse quando governava esso, c'era più ordine!
Scusate, ma mi viene in mente la storia della creazione dell'uomo e della donna e, in particolare, il Capitolo 3 della Genesi. Il peccato non si presenta mai come qualcosa di totalmente negativo!Anzi, dapprima lascia intravedere il suo lato positivo, il bene e la bellezza che esso può donare... perché l'uomo è creato per vivere in comunione con Dio... L'astuzia del demonio e dei suoi figli è grande!
Nessun potere che toglie la libertà all'uomo può essere positivo!
Tra i giovani (e non), quando si vuole diffondere una droga, non si esaltano di certo le sue qualità letali, ma si mira a far credere che essa renderà la realtà più bella e appassionante, che non creerà dipendenza, ma che sarai libero di smettere quando vuoi! Certo che il frutto del peccato mostra prima la parte più bella di sé... Il benessere... Ma poi si rivela la più grande trappola esistente.

domenica 27 febbraio 2011

Il silenzio tragico di Dio

Esistono vari tipi di silenzio: la nostra esperienza ce lo insegna così bene. Il silenzio possiede, infatti,  varie sfacettature: come uno stesso colore in un quadro assume sfumature diverse e quindi significati differenti, così il silenzio si colora di tonalità variegate a seconda di come è stato dipinto. L'arte c'insegna bene e ci offre un esempio palese di come un colore può richiamare concetti diversi a seconda della sua intensità. Sappiamo bene, infatti, che l'iconografia si avvale di figure stilizzate e s'incentra più che altro sul significato dei colori. Il silenzio si tinge di adorazione, quando l'anima rapita dal suo diletto non può pronunziare parola per non spezzare quell'incanto che si è creato. E' il silenzio di adorazione e di stupore, come quello del bambino di fronte ad un albero di Natale illuminato. Una vecchia canzone di un cantautore riportava al presente l'intensità  dell'emozione provata a Natale e ne vedeva la corrispondenza all'amore che provava per la sua ragazza. L'amore, sia umano che divino, esige "gli occhi da bambino", si sazia del suo stupore e incanta il cuore.
Il silenzio, ovvero le pause, in musica, hanno un'importanza espressiva enorme. Anche Gesù nei suoi dialoghi, così come sono riportati nel Vangelo, usa il silenzio, le pause, per esprimere sentimenti ed emozioni. Lo vediamo fissare lo sguardo sui discepoli che intende chiamare alla sequela...
C'è il silenzio di contemplazione... Basti pensare al momento in cui ci si trova di fronte ad un panorama stupendo. Un'espressione italiana rende l'idea: "è un panorama da mozzare il fiato". Non si hanno più parole per esprimere l'incanto se non immergendosi nel silenzio.
Vi è il silenzio della natura, pieno di armonie sublimi. Il silenzio è riempito del mormorio del vento che gioca con le foglie degli alberi, le scuote e queste, al tepore dorato del sole, s'agitano lucenti e frementi.
Chi è stato in montagna sa bene quanto si gusti il silenzio incantevole della natura, un silenzio intriso di pace o accompagnato dal canto dei ruscelli...
Gesù indicava spesso la natura come esempio. Noi siamo parte integrante di lei.

Ma c'è anche un silenzio tragico che è quello del Venerdì Santo, il silenzio della morte, dell'assenza di vita. Il Venerdì Santo è il silenzio tragico di Dio. Tante volte m'immagino i discepoli che vedono morire Gesù abbandonato da tutti, soprattutto da coloro che ne avevano ricevuto il bene. Il Venerdì Santo è squarciato dal grido che viene dal più profondo dell'uomo: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" I discepoli, costernati, vedono morire Colui che si era proclamato la Vita. Noi che sappiamo il seguito della storia, pregustiamo già la gioia della Resurrezione e ci vantiamo di credere in Gesù morto e risorto. Finché viviamo, camminiamo, non fatichiamo a credere nella Resurrezione, ma quando ci troviamo di fronte ad un corpo senza vita, il silenzio tragico del Venerdì Santo, pesa nei nostri cuori come un macigno e la storia della resurrezione diventa un fatto riguardante Gesù e basta. Per questo bisogna vivere intensamente, sotto tutti gli aspetti il Venerdì Santo, per poi credere veramente al fatto concreto della resurrezione. La costernazione... l'incredulità... la vile fuga dei discepoli... il rinnegamento... perché la resurrezione non sia una semplice favola a lieto fine di fronte all'orrore della morte, dobbiamo vivere, sperimentare con intensità il Venerdì santo.
Quindi il silenzio tragico del Venerdì Santo, delle miserie dell'uomo, per poi passare al Sabato Santo, al silenzio pregno di attesa screziato di gioia...
Ma il Sabato Santo è per noi, perché i contemporanei di Gesù lo hanno vissuto in modo sicuramente diverso. Il loro Sabato Santo, forse, era intriso più di delusione che di speranza...

sabato 19 febbraio 2011

Il Purgatorio

Il libretto continua a raccontare del Purgatorio, dicendo che una santa, che ebbe il privilegio di esserne condotta, vide che era stracolmo di gente consacrata. Ho fatto l'accostamento del libretto scritto da questo sacerdote con la testimonianza di Gloria Polo e la mia anima ha cominciato a fare un mare di riflessioni. Ciò che Gloria Polo sottolineò nella sua testimonianza, era che la sua anima scelse di andare all'inferno, semplicemente perché pensava che non avesse bisogno della misericordia di Dio, si reputava, cioè, santa!!! L'umiltà guarisce l'anima, la rende cara agli occhi di Dio. Gloria Polo subì il giudizio di Dio: ella vide tutte le sue mancanze scritte nel libro della vita e ne provò una vergogna immensa. Ella infatti poté vedere i pensieri degli altri, delle persone a cui aveva fatto del male. Ciò che sottolineava era la conseguenza di tutte le sue azioni, soprattutto di quelle che, a tutta prima, sembravano fine a se stesse, cioè che non avrebbero avuto conseguenze nefaste nei confronti del prossimo. Gloria Polo disse che ogni suo consiglio, ogni sua mancanza di verità, fu preso in esame... anche perché secondo lei, non aveva nessun peccato ed era una cattolica...come scrisse lei...dietetica. Quel tanto che basta per far tacere la sua anima. 
Ho riflettuto parecchio. Quante volte si pensa che un atto non faccia del male al prossimo e si compie deliberatamente...e troppo tardi ci rendiamo conto che in realtà ha un peso enorme agli occhi di Dio. Sì, perché spesso si tende a confessare quei peccati che ci hanno fatto cadere di fronte ai nostri fratelli, l'umiliazione della propria debolezza e che perdiamo la stima del prossimo. Oppure semplicemente per acquietare la nostra coscienza ai nostri stessi occhi, perdendo di vista il vero senso del Sacramento della Confessione. Gloria Polo fece notare che anche un atto apparentemente senza conseguenze, come poteva essere il gettare una buccia di banana a terra, avesse avuto delle conseguenze negative. Così, allo stesso tempo, ha spiegato che ogni nostra azione buona, senza che noi lo sappiamo, ha ripercussioni mondiali. A volte lo scoraggiamento (opera del demonio), le sofferenze forti della vita, offuscano ai nostri occhi il senso delle nostre opere buone, nascoste all'attenzione degli altri e gettate nel fango dell'ingiustizia umana.

Indifferenza


In alcuni video viene riportata tante volte l'indifferenza della gente di fronte a fatti gravi, non solo avvenuti qui in Italia così tanto criticata da noi italiani, ma anche negli Stati Uniti. Una donna infatti è stata lasciata morire tra l'indifferenza generale in una sala d'attesa di un ospedale. E non c'era nemmeno da dire che la sala fosse vuota!!!

Questo mi ha fatto riflettere che in realtà l'indifferenza comincia nel piccolo delle nostre case, nelle quali esiste e si sa che c'è una sofferenza e non si fa nulla...

giovedì 17 febbraio 2011

I giudizi di Dio sono esattissimi

E' cambiata la mentalità lungo il corso degli anni, ma Dio è rimasto tale e quale. Lo vediamo anche dalla struttura della famiglia. Tanto tempo fa il padre, era il padre di famiglia, colui che decideva tutto, al quale non si poteva dare del "tu" ma solamente del "lei" o del "voi". Poi la famiglia ha mutato volto. Dopo gli anni '60 la donna ha cominciato ad avere un ruolo attivo nella famiglia...Ha cominciato a portare i pantaloni, anche se vengono ugualmente, puntualizziamo, calpestati i suoi diritti, forse in modo differente. Sì, ha cominciato a portare i pantaloni!!! E Dio, (scusate la battuta) la gonna! Voglio dire che piano piano l'Eucarestia ha perso agli occhi dell'uomo la Sua sacralità. Si è iniziato a relegarlo nell'angolo più oscuro della Chiesa....In alcune chiese moderne bisogna fare la caccia al tesoro per trovare Gesù Sacramentato!
Diciamo che, come sempre, la via giusta sarebbe quella di mezzo: non il despotismo paterno di una volta, il maschilismo sfegatato, ma nemmeno il papà/ mamma, amico/amica che non pongono nessuna regola al bambino libero di cadere e di rompersi la testa. Si sa che i ragazzi o i bambini hanno bisogno di un punto fermo, altrimenti la vita diventa per loro come il gioco della mosca cieca: vanno a tentoni in un luogo pieno di pericoli. Così nel rapporto con Dio Padre, la strada giusta sarebbe quella di mezzo: non il Santo, l'Innominabile, cioè, per eccellenza, il Giustiziere mascherato di una volta, ma nemmeno il Dio pacioccone, che fa finta di non vedere, di non conoscere nulla degli uomini che reputa tutti buoni, eliminando così il concetto dell'Inferno di cui Gesù ha parlato tanto nei Vangeli, più della Madre stessa! E' vero che in una Parabola Gesù ha premiato i lavoratori dell'ultima ora come quelli della prima, ma con questa non ha assolutamente abolito l'inferno, ha voluto solo far comprendere che il Paradiso e la salvezza sono aperti anche per chi si converte nell'ultima ora.


domenica 13 febbraio 2011

Una lettura particolare

Volevo commentare un libro particolare, scritto da un sacerdote.Il libro, scaricabile da internet, tratta delle anime del Purgatorio e del giudizio di Dio in particolare.Si apre con il racconto di un episodio accaduto proprio all'autore ed approvato da eminenti teologi. Racconta che un giorno morì sua mamma, la cui vita era stata esemplare nella fede, nella preghiera, nella carità, tanto che, per aiutare un'anziana signora, perse un occhio. Tuttavia, il figlio applicò all'anima della madre, tante Messe e preghiere di suffragio. Erano ormai passati due anni e mezzo, quando ebbe luogo una visione: gli apparve la mamma che gli chiedeva due messe di suffragio. Il figlio si stupì assai, in quanto pensava che la mamma, in seguito a tutti i suffragi applicatole e la vita santa che aveva condotto, fosse già in paradiso.
Il libro esordisce con una riflessione sui giudizi di Dio e come la gente eviti di pensarci. 
"I giudizi di Dio sono giusti e perciò rigorosi, non pensiamo di peccare tranquillamente...Tanto c'è la confessione!"

sabato 12 febbraio 2011

Dal "pietà di me" al "pietà di noi"

Riconoscere i propri peccati e umiliarsi davanti a Dio è un grande dono. Bello ed edificante l'atteggiamento del pubblicano al Tempio. Il Signore ha sempre lodato gli umili: chi riconosce i propri limiti o chi ha il coraggio di bussare alla sua porta anche se ne è stato respinto. A questo proposito ricordiamo la donna Siro - Fenicia che lo supplica di liberare la propria figliola da un demonio. Gesù, a tutta prima, risponde in modo molto forte..."Non è bene dare ai cani..." non ai cagnolini! La vera traduzione riporta il termine "cani". L'atteggiamento di Gesù in quest'occasione è un po' come quando la nostra anima piomba nel buio assoluto e Dio sembra essere sordo alle nostre suppliche, eppure preghiamo, meditiamo con maggior impegno e tutto va storto, si è vittime nonostante tutto l'impegno, di se stessi, dei nostri limiti. La donna Siro - Fenicia non si scoraggia di fronte all'atteggiamento di Gesù e ha il coraggio di ribattere, riuscendo a strappargli il miracolo. Più delicato e complesso è il passaggio dal "pietà di me" ad "pietà di noi" che non è solamente vedere i difetti degli altri ma preoccuparsi della loro sorte eterna. Nonostante la preghiera, tante volte c'è un muro di separazione fra il "pietà di me" e ill "pietà di noi", muro che è quello dell'egoismo. Sì, ci s'interessa della sorte della propria anima ma non di quella degli altri.

venerdì 11 febbraio 2011

La brevità della vita

"L'uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa...."
Versetto di un salmo che mi aiuta a meditare sulla brevità della vita. Un soffio...E' questo il dramma pi
 profondo dell'uomo: "nato per morire". A volte mi chiedo, quante persone mediteranno o almeno penseranno alla morte? Eppure assistiamo ad essa ogni giorno: anche il fiore avvizzisce sul suo stelo, secca e muore... e noi, lo dice sempre un salmo, siamo come il fiore del campo. "Nati per morire"...
Dramma umano che crea insicurezza, turbamenti e terremoti così devastanti che ci fanno smarrire il senso della notra esistenza. Interrogativi pressanti e sofferti. Alcuni si lambiccano il cervello per trovare una risposta scientifica e hanno una gran fede nella scienza che, secondo loro, prima o poi riuscirà a spiegare charamente da dove siamo venuti. Bene, ma riuscirà mai a quietare l'anima, spiegandole dove sta andando? Perché il problema più pressante, in fondo, non è da dove si è venuti, ma dove stiamo andando. Questa domanda è la chiave del senso della vita, il motore che ci permette di avere speranza o meno. Allora, ecco che alla luce dell'esperienza cristiana, possiamo affermare con sicurezza, non più "nati per morire", ma "nati per vivere eternamente".
Era il pensiero di Mario Filippo Bagliani, diciannovenne,  il quale, malato di tumore, s'apprestava ad entrare nell'eternità. Il sapere dove andava, lo colmava di serenità. "Dillo ai miei, rassicurali!" esclamava entusiasta "Spiega loro che io non vagherò nel buio!"
Impressiona tanto, però, che il corpo, questo stesso che vedo pieno di vita, subirà la corruzione. Coricato sul suo ultimo letto, subirà la corruzione e diverrà polvere che si mescolerà alla nuda terra. Dalla terra è stato tratto, alla terra tornerà. 
Ma l'anima, è creata per la luce eterna, per la vita senza fine. Bisogna coltivare questa affinché, quando questa lascerà il suo involucro, sarà contenta di entrare per sempre nella beatitudine senza fine... anche se dovrà passare per il Purgatorio...

domenica 6 febbraio 2011

Le realtà invisibili

Un piccolo pensiero. Oggi pensavo agli atei, ovvero a coloro che dicono che credono solamente a ciò che vedono. Se si riflette un po' di più, capiamo che gran parte della nostra attività proviene dall'invisibile: il pensiero, i sentimenti. Non vediamo né l'amore né l'odio eppure sentiamo e viviamo di questi. Uno ci può dare la vita e l'altro la morte... Perché, quindi, escludere a priori l'esistenza di un Essere invisibile più grande di noi?

La guerra di Piero, cantata da me!!!

sabato 5 febbraio 2011

Pregare con la vita

Il messaggio che la Madonna ha affidato all'umanità lo scorso 2 febbraio, è la sintesi di tante mie meditazioni su questo blog: il modo di pregare. La Madonna ha esortato a pregare con tutti se stessi e non solo con le parole. Lo si capisce subito se è un pregar solo di labbra, oppure se lo si fa con tutto il proprio essere. Bisogna che la preghiera entri nella vita e, viceversa, che la vita entri nella preghiera; non è mai unilaterale, le due relazioni sono come vasi comunicanti. La vita si deve trasformare in preghiera. Proprio oggi, in classe, si discuteva sugli interrogativi più profondi dell' esistenza e della fede. Perché Dio talvolta non ascolta le nostre preghiere? La discussione sollevatasi è stata stupefacente. Una bambina ha detto che Dio "sgrida" l'uomo per il suo bene, come i genitori fanno con loro! Ad esempio, ad una persona debole fa incontrare molti ostacoli per renderla più forte. Un altro ha ribattuto che bisogna accettare tutto con fede (!!!). Alla mia domanda: "perché Dio permette il male?" si sono scatenati altrettanti interrogativi e risposte che interdicono! Hanno risposto che il primo che ha sofferto il male e ad essere ucciso in modo violento, è stato proprio Gesù...Qualcuno poi ha riflettuto meglio su quest'affermazione e ha asserito con un certo dubbio: "Ma Gesù ha dato la sua vita per la nostra salvezza, ma noi che c'entriamo? In fondo proprio i santi hanno sofferto di più, perché?" Allora è stato spiegato loro che in realtà noi siamo chiamati a collaborare alla sua opera redentrice...E poi dicono che i bambini non sono in grado a 10 anni di ricevere la Comunione. Non so, penso che se i bambini vengano sollecitati, sono sicuramente più aperti degli adulti, ai discorsi spirituali, e possono comprendere argomenti che i grandi sindacherebbero... Quell'attesa troppo lunga nel ricevere la Comunione, mi sembra inutile e toglie all'anima anni di grazia... Mi sbaglierò...

giovedì 3 febbraio 2011

Sorella morte...

A volte penso davvero a "sorella morte". E' l'unica cosa sicura della nostra vita. Talvolta si pronuncia il suo nome invano, lo gettiamo in faccia agli altri per vedere che effetto fa, non tanto perché ne valutiamo il suo significato profondo. Sì, la gettiamo un po' come si fa con un sasso in uno stagno, per vedere se rimbalza nell'animo dell'altro o affonda svanendo nella melma. Effetto desiderato: agitare un po' le acque...Ma quando si pensa davvero alla morte e se ne saggia la sua consistenza, si ci avvicina ad essa in punta di piedi, con sacro timore...Sorella morte fa paura, come ne fa qualsiasi persona sconosciuta. In effetti la morte è come una porta che immette nell'eternità.

martedì 1 febbraio 2011

La vita è bella!

Il titolo di questo post non è ispirato al famoso film di Benigni che ho già commentato ma all'eterna discussione sul valore della vita ai nostri giorni. E' un tempo segnato da contraddizioni profonde, legato estremamente alla vita e nello stesso tempo ad una cultura di morte. La medicina e la scienza sembra tutta protesa al bene comune, alla ricerca della salute ma prevarica i limiti dell'etica, sconfinando in una cultura di morte. La gente dimentica i milioni di aborti praticati nel mondo, una sterminata schiera di omicidi, voluti passare come il bene per la donna che lo ha permesso... L'aborto nasconde un'insoddisfazione totale della propria vita. Se solo si scoprisse quanto la vita sia bella nella sua semplicità, si desidererebbe donarla agli altri, si capirebbe che eliminare un embrione significherebbe eliminare una vita pensata da Dio. Stesso discorso vale per l'eutanasia. La vita non è bella perché priva di sofferenza, è bella per la sua complessità, per quei miracoli di cui è costellata, per la sua fatica che si rivela preziosa quando i raggi dell'amore di Dio cominciano ad illuminare l'esistenza e il senso di quella prova sofferta... La vita è bella per la sua essenza, per quegli aromi e dolcezze che ci regala, quei colori che rallegrano il nostro sguardo. La vita ci chiede di passare attraverso un ponte stretto? Passiamoci, accettando le nostre paure e forse Dio ci donerà le sue ali e il suo sguardo...